In un mondo che corre a ritmi frenetici, con il crescente bisogno di avere tutto sotto controllo, il libro di J.F. Vézina, psicologo, psicoterapeuta, musicista, conferenziere (edizione Magi 2007), appare come un elogio del caso. Non per niente il titolo”La necessità del caso”: il caso così indispensabile per quelle svolte davvero importanti della vita, che tanto spesso arrivano dopo fortuite coincidenze. Cosa accadrebbe se non esistessero? Il caso ci mette spesso di fronte ad incontri imprevisti, a relazioni insospettate che possono essere importanti per i nostri cambiamenti. Se si è pronti a lasciare vecchie sicurezze, ad esporsi mentalmente al paradosso del caso, ecco che arriva quell’episodio, quella persona, quel libro, quell’autore, quel brano musicale che possono cambiare l’esistenza.

Ci sono momenti della vita di passaggio, di trasformazione interna, critici e confusi, in cui sta avvenendo un cambiamento interno. Questi momenti sono talvolta accompagnati da episodi imprevisti, frutto del caso: Vézina parla di quegli episodi che posseggono in sé significati che vanno oltre la semplice apparenza. È quello che Jung chiama sincronicità: non una semplice coincidenza ma “una coincidenza tra realtà interna (soggettiva) e realtà esterna (oggettiva), una coincidenza i cui avvenimenti si collocano grazie al senso”; Véziana descrive il concetto di sincronicità junghiano come una coincidenza “acausale, con intenso impatto emotivo, che provoca una trasformazione profonda nella persona stessa, che interviene in una situazione caotica o bloccata”. L’autore aggiunge: “Se non esistesse il caso e tutto fosse predeterminato da un destino ineluttabile, l’individuo non avrebbe alcun spazio per la libertà e il gioco”. Un’apertura verso ciò che non si può prevedere, una rinuncia al controllo che presuppone la capacità di tollerare l’incertezza talvolta angosciante, la complessità della vita, e di lasciarsi toccare dai misteri dell’improbabile.

Attraverso aneddoti ed episodi della sua vita personale, Vézina fornisce una visione relazionale della sincronicità junghiana. Descrive incontri casuali tra persone misteriosamente significativi, incontri che si presentano generalmente in periodi di transizione della vita, di caos, ed hanno l’effetto finale di trasformare, rispondendo così ad una necessità dello stato interiore della persona; fanno quindi da eco ad una particolare posizione della psiche di quel momento. Così capita spesso di incontrare persone significative nei riquadri delle porte, o in spazi di arrivi e partenze, come gli aeroporti.

Conclude l’autore: “Accettare il caos e di essere destabilizzati è forse, però, la via da seguire per aprirci a nuovi orizzonti”.